top of page
IMG-20210716-WA0022.jpg

Cani da tartufo

L’altra vera simbiosi nel mondo del tartufo è quella tra il vero cercatore (il cane) e l’uomo, poiché questa deve essere considerata come una vera e propria sinergia tra 2 mondi totalmente diversi. Il cane da tartufo debitamente addestrato riconosce la presenza del tartufo grazie alla sua capacità di leggere le differenze olfattive del terreno e per ottenere questo ha bisogno dell’uomo che lo accompagni nelle zone produttive oltre a cercare di mantenere alta la concentrazione dell’amico animale sulla ricerca del pregiato tubero. La ricerca non può, a nostro modo di vedere, mai essere considerata una “forzatura” ma bensì un istinto innato da parte del cane che apprende la ricerca attraverso un percorso virtuoso fatto di premialità a seguito di ritrovamenti di tartufi. Questa capacità del cane viene sviluppata fin da piccoli e rispecchia molto le caratteristiche della razza del cane stesso, per questo i tartufai prediligono alcune razze più affini alla ricerca. In nessun modo questo percorso di apprendimento può essere forzato, poiché, la simbiosi tra cane e raccoglitore di tartufi si basa su un rapporto di fiducia reciproca, il cane si “fida” dell’uomo che vede come capo e l’uomo si “fida” del suo compagno di avventure sempre pronto a sorprenderci con ritrovamenti esemplari.
I cani di tutte le razze potenzialmente sono capaci di cercare tartufi, tuttavia, quelle più utilizzate per la ricerca e raccolta tartufi, sono essenzialmente: il lagotto; il bracco ungherese o vizla; il bracco italiano; lo springer; il labrador.

 

lagotto
 

Il lagotto è una razza canina recuperata solo recentemente e salvata dall’estinzione grazie ad un importante impegno da parte di allevatori di questi cani che negli ultimi anni si sta diffondendo e rappresenta la scelta più adeguata soprattutto per i neofiti. Il lagotto è un cane pacato e tranquillo, preferisce il fresco a causa della sua pelliccia per questo molto adatto nel periodo invernale a tartufo bianco. E’ un tipo di cane “cosiddetto” da lavoro e quindi molto duttile all’addestramento, solitamente loquace e non permaloso a seguito di richiamo per limitare l’istinto avicolo che aiuta i cercatori principianti, risulta inoltre, abbastanza facile da addestrare alla ricerca. L’unica nota dolente di questa razza è la necessità di cure e toilettature nel periodo estivo.
 

Bracco ungherese o vizla
 

Il Vizla come viene comunemente chiamato questo cane è un cane molto docile e facile da addestrare ma richiede molta attenzione a causa del suo carattere permaloso ai richiami che, in alcuni casi, può portarlo anche a smettere di svolgere la ricerca di tartufi. E’ un cane che richiede meno cure per il suo pelo raso, ma ha necessità di maggiori attenzioni alla modalità di dare comandi da chi intende utilizzarlo.
 

Bracco italiano
 

Cane molto robusto e con grande capacità olfattiva spesso dotato di istinto avicolo innato che ne determina uno scarso utilizzo per la ricerca e raccolta tartufi. Viene utilizzato maggiormente nelle regioni del sud Italia (Abruzzo e Molise) ma anche nelle nostre zone è tra le razze predilette, ha un carattere più forte rispetto alle precedenti razze descritte ed è per questo un tipo di cane da sconsigliare ai neofiti.
 

Springer
 

Lo springer spaniel è un tipo di cane da ricerca e da riporto molto abile in acqua, ma a differenza del lagotto ha un istinto avicolo più importante del lagotto, infatti, col termine “spring” viene intesa la capacità di questi cani di far alzare le prede avendo sviluppato la capacità di arrivare in prossimità di queste. E’ un cane meno utilizzato dei precedenti ma ha un buon comportamento anche per la ricerca dei tartufi.
 

Labrador
 

Il labrador è il cane più docile e facile da gestire per quanto riguarda la ricerca nella zona tartufigena, ha l’olfatto molto più sviluppato rispetto ai cani precedentemente descritti, tuttavia, è meno utilizzato a causa della sua eccessiva lentezza. 
 

Precauzioni per la tutela del cane
 

I pericoli per il vero cercatore di tartufi sono molteplici a partire dai possibili infortuni a causa delle difficoltà del territorio, per parlare di rischi dovuti alla presenza di animali pericolosi come lupi, cinghiali ma anche vipere etc. nel territorio e per terminare con pericoli di avvelenamento a causa di comportamenti ben poco edificanti di alcuni cercatori di tartufi. Per queste problematiche esiste solo la capacità del cercatori nel ridurre più possibile i rischi senza avere la possibilità di eliminarli completamente. Tra questi il rischio più grave è quello di avvelenamento del cane e per questo consigliamo di portare sempre con se delle bustine di sale al fine di provocare l’emesi di bocconi ingeriti accidentalmente dal cane. 
Tra le precauzioni importanti ricordiamo che nella nostra zona è endemica la filaria ed è presente in alcune zone la leishmaniosi a cui è necessario porre particolare attenzione. Come prevenzione consigliamo agli appassionati l’uso di collari preventivi e la cura della filaria con il supporto del proprio veterinario.

bottom of page